Il premier italiano, Mario Draghi, ha parlato del tema caldo del gas russo, e della dipendenza italiana da Mosca.
La guerra in Ucraina continua. La popolazione comune si è ormai stancata di dover sentire continuamente notizie legate a nuovi approvvigionamenti russi, alle truppe di Putin che avanzano, e alla mancata possibilità di aprire un tavolo dei negoziati degno di questo nome. Eppure, le ostilità proseguono: si riuscirà a uscire dalla situazione attuale, che sta causando gravissimi disagi socioeconomici, anche fuori dall’Ucraina? Dal tema del grano, alle armi, al gas russo, di cui Draghi ha parlato al Senato oggi, sono molti gli argomenti caldi legati alla guerra in Ucraina.
Le dichiarazioni del premier
“Negli ultimi giorni la Russia ha ridotto le forniture di gas all’Europa, compresa l’Italia”. Inoltre, “dall’inizio della guerra, il nostro governo – questo governo – si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo – ha dichiarato il presidente del Consiglio Draghi – Abbiamo stretto accordi importanti con vari Paesi fornitori, dall’Algeria all’Azerbaijan, e promosso nuovi investimenti, anche nelle rinnovabili. Grazie a queste misure potremmo ridurre in modo significativo la nostra dipendenza dal gas russo già dall’anno prossimo“.
“Per frenare l’aumento prezzi e tutelare il potere d’acquisto dei cittadini è importante agire anche sulla fonte del problema” che ha causato l’inflazione, ovvero “contenere i rincari dei prezzi di gas e energia – ha affermato Draghi – I governi hanno gli strumenti per farlo. Quel che proponiamo da diversi mesi è un tetto europeo al prezzo del gas. Questa misura è diventata ancor più urgente con la riduzione delle forniture da parte di Mosca, con le difficoltà per l’Europa che aumentano vertiginosamente. L’Europa deve muoversi rapidamente”.